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  • Writer's pictureGiuseppe Timperio

Olio d'oliva e oli di semi nella percezione di massa



Qual è la percezione collettiva dell’olio d'oliva? Ed è sempre stata uguale?


Ricapitolando.


Ormai lo sappiamo bene, lo abbiamo ripetuto a iosa: l'olio d’oliva, anzi, l'olio extravergine d'oliva fa bene e ha un buon sapore che arricchisce i piatti. Non solo lì arricchisce, ma li struttura proprio.


Abbiamo visto anche che altri oli fanno meno bene. Non diciamo male, ma sicuramente meno bene di quello evo perché hanno meno proprietà e sulla dannosità di alcuni di essi si sta ancora indagando.


Siamo, inoltre, consapevoli del fatto che il nostro olio preferito sia meglio del burro per friggere, anche se ricetta della cotoletta alla milanese prevede l'utilizzo del burro, meglio se chiarificato e la cotoletta a Milano è sacra.



Olio evo e olio di semi nella percezione collettiva


Ma è sempre stato così? Non parlo, ovviamente, della differenza di valori, che è oggettiva, ma di percezione e di cultura.


Se ne è sempre stati consapevoli? E, attualmente, lo siamo al 100%?


Negli anni Ottanta si spingeva molto l'olio di semi. Addirittura, lo sponsor del Milan nella stagione 1983/84 era un olio di semi, lo stesso di un famoso spot entrato nell’immaginario collettivo sia per le immagini, sia per lo slogan. Tra l'altro, recentemente è tornato.


Vi ricordate pubblicità di oli d’oliva così incisive? Sì, ma dobbiamo tornare ai tempi di Carosello. E poi era olio evo o solo olio d'oliva?


Oggi alcuni oli d’oliva fanno reclame, ma i creativi non sembrano essersi sforzati molto. Probabilmente perché i consumatori sono più consapevoli e non guardano a effetti speciali, colori ultravivaci e slogan azzeccati, ma tengono conto di altri elementi, soprattutto quando si tratta di acquistare certi prodotti. Se siete lettori di questo sito, sapete già quali, altrimenti fatevi un giro tra i nostri articoli.


Dicevamo che ci fu un periodo in cui l'olio di semi andava per la maggiore, a volte anche a discapito di quelli d’oliva. Era considerato più leggero, per esempio. Poi la società è rinsavita.

Eppure, un retaggio è rimasto: è ancora molto diffuso la convinzione che per friggere sia migliore l'olio di semi.


Massimiliano, un mio caro amico di Milano, mi ha recentemente raccontato che a Carnevale la sua mamma gli ha fatto le chiacchiere ( dette anche frappe o bugie o cenci) e ha utilizzato l'olio di semi.

Con quello d'oliva rimanevano troppo pesanti

Ma abbiamo già visto che per friggere è più logico utilizzare l'olio evo, dato che ha un punto di fumo molto alto e quindi va meglio per la salute.


Il Paese dei fritti


Bisognerebbe andare in Belgio perché là friggono tutto. Esistono dei locali chiamati frituur. Non credo occorra tradurre. Esistono anche nella versione mobile, simili ai nostri baracchini, solo che non vendono panini con la porchetta o con la salamella, là fanno cibo fritto. Del resto, le patatine fritte le hanno inventate loro. Le cucinano in modo unico!


Bisognerebbe andare in Belgio e chiedergli quale olio impiegano (sempreché non ci mettano addirittura altri grassi, tipo lo strutto). Temo di sapere la risposta. In questo caso, si dovrebbe far capire loro la differenza. Le loro frites sarebbero ancora più buone, ancora più speciali. Ancora più numero 1 (è il nome di una friggitoria di Anversa)!


Non solo olio d’oliva extravergine: parliamo anche di cioccolato


Un cambiamento analogo c’è stato con il cioccolato. Per un certo periodo, hanno puntato molto che fosse fonte di energia, che desse forza. Poi, la svolta: mangiatelo perché è buono.


Sì, fa anche bene, ma in primo luogo è delizioso. L'ho letto a Expo 2015. Ma lo si evince anche cercando in rete le immagini inerenti ai prodotti a base di cioccolato di quegli anni.


Non vorrei sbagliarmi, ma l'epoca del cioccolato che rende forti e quella del trionfo dell’olio di semi coincidono, anche se le ricerche che ci svelano le proprietà benefiche del consumo di cioccolato sono abbastanza frequenti. Come se ce ne fosse bisogno. O lo fanno per non farci sentire troppo in colpa? Comunque, che il cioccolato abbia effetti positivi sull'umore è quasi intuitivo.


E credo che anche il cambiamento di considerazione dei due (tre?) alimenti avvenga più o meno nello stesso momento.


Se ci pensate non è un caso: oggi stiamo più attenti al gusto e alla genuinità dei prodotti, siamo meno fissati con la leggerezza, se non quella legata alle intolleranze, e anche l’idea di bellezza è diversa, basti pensare alle modelle curvy.


Insomma, mangiamo olio evo e cioccolato perché sono buoni e fanno bene, ma sul loro modo di fare bene abbiamo idee e concezioni differenti rispetto a quelle di qualche decennio fa. Per esempio, abbiamo visto il rapporto tra olio evo e prevenzione dell’Alzheimer.


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