
Colletorto (Cb) si trova nella valle del Fiume Fortore, che lo attraversa e divide il Molise dalla Puglia, tra i monti della Daunia e i monti Frentani. Il documento più antico che ne parla risale al 976 d.C.
Sorge su una collina alta circa cinquecento metri (il territorio comunale va da un'altezza di 98 metri a una di 776), conta circa 1800 abitanti e appartiene al distretto turistico del Molise orientale. Turismo che potremmo definire principalmente di tipo eno-gastronomico.
Colletorto e olio EVO, un'unione perfetta
Colletorto è un centro molto importante per l’olio extra vergine di oliva (olio EVO) sia a livello Regionale che Nazionale. Wikipedia descrive il nostro come un:
"Ottimo Olio Extra Vergine di Oliva".
In questo piccolo borgo medievale nel cuore del Molise, praticamente ogni famiglia possiede almeno un piccolo pezzo di terreno destinato agli ulivi e sono state proprio questa passione e questa dedizione dei suoi abitanti a far grande Colletorto nel mondo dell'olio extravergine di oliva.
L’olivicoltura, probabilmente, è iniziata durante la Repubblica Roma. Lo dicono i molti ritrovamenti archeologici rinvenuti sul suo territorio. A Poste Valerio, una frazione di Colletorto, è stato ritrovata la base di un torcular, molto simile a quello descritto da Catone nel De Agri Coltura.
Tra tardo impero e alto medioevo era pieno di ville romane legate alla produzione agricola.
Un altro documento che ne attesta la presenza è costituito da alcuni cabrei (il cabreo è una specie di inventario) settecenteschi.
I centoventimila ulivi, di cui alcuni secolari, sono un altro segno inequivocabile di come la cultura dell’olio e dell’ulivo siano presenti qui da tantissimi secoli.
Le varietà più diffuse sul territorio sono autoctone e sono la Gentile Nera di Colletorto, la Rumignana e la Cazzarella.
Ma spendiamo due parole sulla Gentile Nera di Colletorto
Nota come Il Diamante Culinario del Molise, la Gentile Nera (anche semplicemente nota come Oliva Nera di Colletorto) è una qualità veramente unica tra le olive del Mediterraneo. Con circa sessantamila alberi di ulivi secolari, la Gentile Nera é la cultivar autoctona di Colletorto e la sua produzione regala un olio extra vergine di oliva 100% italiano naturalmente ricco di antiossidanti e con una bassa aciditá (leggi qui un nostro approfondimento sulla Gentile Nera di Colletorto - e leggi qui i risultati delle analisi di laboratorio sul nostro olio EVO).
L'Oliva Nera di Colletorto e il suo Olio Extra Vergine di Oliva sono registrati sotto la denominazione Molise® DOP. Il Comune di Colletorto, inoltre, aderisce all'Associazione Nazionale Città dell'Olio.
Gli ettari adibiti a oliveto sono circa seicento, per una copertura tra il 60 e il 70%. Nel comune sono presenti cinque impianti oleari e il 12% dell’intera produzione regionale viene da Colletorto.
Gli ulivi servono anche alla stabilizzazione ecologica e alla conservazione del territorio: in un territorio molto fragile da un punto di vista idrogeologico, limitano alquanto i fenomeni franosi, controllano il dissesto idrogeologico conservano il suolo e la biodiversità (le aree coperte da oliveti sono molto stabili).
Dunque, se volete arricchire i vostri piatti in modo sano non dovete fare altro che aggiungere dell’olio extravergine di oliva italiano. Oppure, potete cucinare con l’olio extravergine di oliva italiano. In uno o nell’altro caso, sarà un trionfo.
L’olio Extravergine di Oliva Italiano è Buono e Fa Bene
Il gozzo ride, ma il fegato telefona, recita un pezzo leggendario di Cochi e Renato, ma probabilmente la frase è di Beppe Viola (insomma, quel mondo culturale lì, anzi questo mondo culturale qui).
In questo caso, gozzo è l’italianizzazione del milanese goss, che indica la gola e la frase si utilizza per quei cibi buoni di sapore, ma pesanti, che fanno soffrire lo stomaco, l’intestino e il fegato, che si prende la briga di telefonare per lamentarsi.
Anticipa di qualche decennio lo spot di adesso che dice: lo stomaco non vede il cibo come lo vedi tu.
Torniamo al nostro fegato telefonante. Pensiamo ad alcuni fritti gustosi ma pesanti che fanno male al fegato. Ecco, con un olio extravergine di oliva di qualità alta farà felici sia la gola, sia il fegato e gli altri organi di cui abbiamo parlato sopra.
Olio Extra Vergine di Oliva Italiano: Per la Felicità del Palato e dell’Organismo
Quindi, qualsiasi piatto vogliate mangiare o preparare, con l’olio extravergine di oliva diventerà una delle perle culinarie che soddisfano la nostra gola, ma anche il palato (gola è una sineddoche) senza far male alla salute. Anzi, facendo bene all’organismo.
Torniamo a parlare di Colletorto, dei suoi Monumenti e delle Attività
Per quanto sia buono e importante l’olio evo di Colletorto, non ci si va solo per mangiare e per ammirare gli ulivi.
Colletorto é diviso in due zone geografiche, che sono il "Colle" (la parte alta) e la "Terra" (la parte bassa). Il centro storico si trova nella parte bassa.
Che cosa c'è da vedere a Colletorto?
Partiamo da un evento molto importante. Nel XIV secolo ricevette la visita della Regina Giovanna d'Angiò, che fece costruire una torre merlata che è ancora il monumento rappresentativo del paese. Fu edificata sopra una fortificazione normanna, probabilmente nel 1369, come segno dell'attenzione della regina verso Colletorto, che era stato devastato da Luigi d'Ungheria d'Angiò.
La torre è circondata dal Palazzo Colletorto, costruito sui resti dell'antico castello cui la torre apparteneva (18mo secolo).
Il Monastero di S. Alfonso dei Liquori fu costruito a spese del marchese Bartolomeo Rota signore di Colletorto. Da menzionare l'affresco di Paolo Brunetti (1737), ispirato a l'Ultima Cena.
La Chiesa del Purgatorio, oggi sconsacrata, (XVIII secolo), sede della Confraternita del Santissimo Sacramento e delle anime del Purgatorio, nata nel 1607.
La Chiesa di Santa Maria di Loreto, costruita dove c'era il Castello di Loreto (1638).
Il paese è pieno di fontane ricche di acqua. Inoltre, sempre a proposito di acqua, a Colletorto si estende parte del Lago di Occhito, una vera e propria meraviglia naturalistica e un paradiso per i pescatori, e scorrono torrenti come il vallone di Santa Maria, affluente del Fortore, e il torrente Cigno, affluente proprio del lago di Occhito.
Tra le feste, è interessante quella denominata I fuochi di Sant'Antonio (17 gennaio). Ogni rione per tutta la notte fa festa davanti al fuoco con cibo, bevande e musica. Bisogna offrire ospitalità ai visitatori. Pur non essendo una festa parrocchiale, è tradizione che il parroco al tramonto benedica il fuoco più vicino alla chiesa e le braci ardenti benedette vengano usate per accendere gli altri falò. A Colletorto, il 17 gennaio segna anche l'inizio del periodo di Carnevale.
Voglio anche ricordare la Festa patronale di San Giovanni Battista (29 agosto), che è la festa più importante e che richiama turisti anche da fuori regione, addirittura dall'estero.
Curiosità
E siccome mi piacciono i cappelli, vi svelo anche che fino al 1868 a Colletorto c’era una fabbrica di cappelli.
Esistono ipotesi diverse sull'origine del toponimo: "Colle Toro", "Colle Forte", "Colleobtorto". In effetti, il nome è particolare e accende la fantasia (mi appassiona anche la toponomastica).
Colletorto è gemellato con Saint-Yrieix-sur-Charente (Francia), Bari (Italia), Lefkara (Cipro)
Xghajra (Malta), Alsónémedi (Ungheria) e Pelplin (Polonia).
Un tempo, Colletorto non faceva parte del Molise, bensì della Capitanata.
Conclusioni
Insomma, Colletorto è un posto davvero interessante, che merita senza dubbio almeno una visita, in cui fare godere il palato, ma anche gli occhi grazie alle bellezze storiche e a quelle naturali. Un luogo piccolo e prezioso per ama il cibo, l'ambiente e la cultura, sia quella “alta”, sia quella “popolare”.
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